CALCOLO DEL COSTO MEDIO DELLE POSIZIONI DI PERSONALE
DOCENTE
E RIDEFINIZIONE DEI
BUDGET DI FACOLTA’
(Paolo Rossi – 30 Novembre 2004)
Il
sistema in uso per la valutazione delle posizioni docenti in termini di punti
di budget risulta oggi quantitativamente inappropriato, in quanto
si riferisce alla composizione dell’Ateneo in un particolare momento storico
passato, peraltro caratterizzato da forti anomalie rispetto a un modello di
equilibrio. Di conseguenza usi diversi della stessa quantita’ di budget possono
comportare impegni monetari effettivi (nel breve e nel lungo periodo) anche
molto differenti.
Per
questo fatto, che si verifica in congiunzione con la rivalutazione monetaria
del costo del punto di budget dovuta a mancanza di turnover e ad effetti
inflattivi non sostenuti da adeguati aumenti del F.F.O., la politica del
reclutamento, dei bandi e delle promozioni ha agito e agisce in modo non
facilmente controllabile sul bilancio dell’Ateneo.
Sembra
tuttavia opportuno conservare la nozione di budget parametrico di
Facoltà, per motivi che cercheremo qui di specificare.
Il
budget parametrico, se viene definito sulla base di una media di costi
calcolata tra le diverse classi stipendiali, svincola la programmazione degli
impegni da considerazioni strettamente contingenti, quali l’effettivo risparmio
o costo monetario derivanti da una specifica vicenda di pensionamento, chiamata
o reclutamento, e quindi evita che considerazioni economiche di breve respiro
facciano premio su valutazioni di carattere più strategico.
Sempre
per il suo carattere di valore medio esso poi si presta facilmente a una
procedura automatica di valutazione dell’incidenza degli effetti combinati e
contrastanti del turnover e degli scatti stipendiali sulla disponibilità
effettiva di risorse. E’ cruciale la relazione per cui, indipendentemente dai
valori monetari, ogni anno il budget complessivo di Ateneo risulta di
fatto ridotto del 3% per l’effetto degli
scatti e aumentato dei soli punti derivanti dal turnover.
Non
è neppure da trascurare il vantaggio pratico e psicologico di operare con
valori costanti, e quindi in qualche modo affini alla nozione di “posti
d’organico”, rispetto all’alternativa al lavorare con numeri variabili di anno
in anno e che ogni anno richiederebbero un certo tempo tecnico per essere
ridefiniti e una conseguente temporanea paralisi della programmazione.
Per
far fronte alle difficoltà indicate in premessa occorrerebbe come minimo
procedere a un ricalcolo della media degli stipendi (lordo
Amministrazione) sull’insieme dei docenti dell’Ateneo appartenenti a ciascuna
fascia e presenti alla data di oggi. Tale procedura tuttavia, mentre permette
stime quantitativamente corrette nel breve periodo, non ha alcun carattere
realmente predittivo a medio termine, proprio per il carattere aleatorio della
composizione del corpo docente in ogni particolare momento se il sistema non è
“a regime”. In ogni caso, utilizzando i dati forniti dall’Amministrazione
dell’Università di Pisa si ottengono i valori riportati in Tabella 1.
Nella
stessa tabella si confrontano i rapporti effettivi tra i costi unitari e i
rapporti tra i valori di budget attualmente assegnati (dividendo costi e punti
per il corrispondente valore della I fascia).
Tipo
docente |
Numero |
Costo totale |
Costo
medio |
Rapp.costi |
Budget |
Rapp.punti |
I fascia |
638 |
66.520.000 |
104.200 |
1,00 |
2,91 |
1,00 |
II fascia |
625 |
45.080.000 |
72.100 |
0,69 |
2,22 |
0,76 |
III fascia |
656 |
32.610.000 |
49.700 |
0,47 |
1,28 |
0,44 |
TOTALE |
1919 |
144.210.000 |
75.100 |
0,72 |
2,128 |
0,73 |
Tabella 1. Costi del personale
docente in servizio al 1.1.2005
Un’alternativa
consiste nell’utilizzo di un modello teorico di reclutamento in condizioni
di equilibrio stazionario. Questa seconda modalità è concettualmente piu’
corretta, ma implica ovviamente l’adesione al modello specifico, non soltanto
nella procedura di calcolo ma anche nelle politiche di reclutamento che ne
conseguirebbero.
Ogni
modello di reclutamento in condizioni di equilibrio dipende da almeno quattro
parametri che, ai fini di una simulazione dei possibili scenari, possono essere trattati come indipendenti.
Avendo
definito No, Na, ed Nr le popolazioni totali delle tre fasce, To, Ta e
Tr il numero medio di anni trascorso da un docente (di prima fascia) in
ciascuna delle tre fasce, la parametrizzazione più comoda è quella basata sui
rapporti No/Na ed Na/Nr e sulle frazioni
di tempo trascorse nelle due fasce
inferiori: ta = Ta/(To+Ta+Tr) e tr = Tr/(To+Ta+Tr).
La dipendenza dal tempo degli stipendi dei docenti universitari (costo
lordo Amministrazione), qui indicati dai simboli So, Sa e Sr, è soggetta a una
precisa ma complessa normativa, che fissa sia le relazioni tra gli stipendi
delle fasce docenti che i meccanismi di progressione stipendiale automatica.
Fortunatamente, per intervalli empiricamente rilevanti dei parametri in gioco,
è possibile linearizzare la dipendenza temporale, ottenendo con ottima
approssimazione i seguenti andamenti in funzione della variabile t, compresa
tra 0 e 1, che rappresenta la frazione
già trascorsa del tempo totale di servizio in ruolo (valor medio 40 anni):
So (t) = 65 + 35 tr + 50 ta +
70 (t – ta – tr)
Sa (t) = 45 + 35 tr + 50 (t
– ta)
Sr (t) = 32,5 + 35 t
Integrando
rispetto a t e tenendo conto della distribuzione in fasce si trovano i costi
medi delle tre fasce, che dipendono dai parametri succitati secondo le
seguenti relazioni :
Co = 100 + 15 ta
Ca = 70 + 10 tr – 25 ta (No/Na)
Cr = 50 – 17,5 tr (Na/Nr)(1 + No/Na)
dove
l’unità di misura monetaria (che ai fini del calcolo dei rapporti è ovviamente
irrilevante) risulta pari a 1000 euro per l’anno 2004.
Non
si può tuttavia assolutamente trascurare il fenomeno della “saturazione”
per cui il massimo riconoscimento di anzianità pregressa all’atto di una
ricostruzione di carriera è di 8 anni; in regime di saturazione (cioè per tr
> 0,3 nel caso del passaggio alla II fascia e per 0,75 tr + ta > 0,3 nel caso
del passaggio alla prima fascia) valgono per i costi medi le seguenti relazioni
sostitutive delle precedenti:
Co’ = 115 – 35 (tr + ta)
Ca’ = 81 – 25 (tr + ta No/Na)
Le quantità che ci interessa valutare sono le dipendenze dai parametri dei
rapporti tra i costi medi delle fasce. A tal fine rileviamo che i valori
numerici in gioco per tr e ta sono necessariamente abbastanza piccoli (sempre
inferiori a 0,3), e anche i coefficienti numerici moltiplicativi non superano
0,35. Pertanto possiamo linearizzare le dipendenze da tr e ta anche nei
rapporti commettendo un errore in generale inferiore all’1%, e quindi
consistente con tutte le altre approssimazioni. Nella stessa ottica porremo nel
seguito No/Na = 1, assumendo che in nessun modello realistico la differenza di
popolazione totale tra le due fasce più alte possa superare il 25%. Manteniamo
invece per il momento la dipendenza da Na/Nr perché risulta moltiplicata da un
numero abbastanza grande da poter produrre effetti sensibili.
Con
queste accettabili semplificazioni si ottiene, in assenza di saturazione:
Cr/Co = 0,5*[1 – 0,7 tr Na/Nr – 0,15
ta]
Ca/Co = 0,7*[1 + 0,15 tr – 0,5 ta]
mentre
in presenza di saturazione vale:
Cr/Co’ = 0,44*[1 + (0,3 – 0,7 Na/Nr)*tr + 0,3
ta]
Ca/Co’ = 0,61*[1 + 0,45 tr – 0,05 ta]
e
per saturazione doppia (ossia in entrambi
i passaggi):
Ca’/Co’ = 0,7
Notiamo
infine che empiricamente è abbastanza difficile immaginare scenari in cui non
vi sia saturazione nel passaggio alla prima fascia, in quanto per esempio 14-15
anni in tutto tra terza e seconda fascia (cioè permanenze medie non certo
elevate) producono già saturazione.
Conviene a questo punto in primo luogo delimitare l’ambito di massima
variabilità possibile dei risultati, per verificare l’accettabilità delle
approssimazioni e valutare il possibile impatto delle scelte anche più estreme.
Per il rapporto Cr/Co’ si va dal valore minimo 0,33 (corrispondente a uno
scenario in cui il numero di ricercatori è trascurabile) al massimo 0,57 (quasi
tutti sono ricercatori); per il rapporto Ca/Co’ si passa dal minimo 0,58 (quasi
tutti sono associati) al massimo 0,7 (che è anche il valore stabile alla
saturazione).
Come si vede gli intervalli di variabilità rispetto ai valori centrali
(0,45 e 0,64 rispettivamente) sono del 25% per i ricercatori e del 10% per gli
associati. Pertanto si possono ritenere del tutto giustificate tutte le
approssimazioni proposte, in particolare nel caso del rapporto Ca/Co’, per il
quale l’errore di modello non può mai superare l’1%.
Si
possono effettuare simulazioni per valori realistici dei parametri,
considerando il caso più verisimile (saturazione), assumendo Na/Nr compreso tra
1 (tre fasce equipopolate) e 0,75 (30% in ciascuna delle prime due fasce e 40%
in terza fascia) e postulando una permanenza media in terza fascia (per i
promossi alla seconda) non inferiore a 3 anni.
Con
questi vincoli si trova un valore minimo possibile di Cr/Co’ pari a 0,39 e un
massimo pari a 0,49. Per Ca/Co’ il minimo è invece 0,62 mentre il massimo resta
a 0,70. Si noti inoltre che il minimo di uno dei due rapporti corrisponde
sempre al massimo dell’altro, mentre la loro somma resta sempre molto prossima
a 1,10 (con scarto massimo dell’1%).
Finché
Na/Nr resta maggiore di 0,75 esiste poi un ampio intervallo di valori
dei parametri per cui i rapporti in questione non si discostano di più dell’1%
dai loro valori centrali che sono
Cr/Co’ = 0,44 Ca/Co’ =
0,66
Questo
intervallo corrisponde a una media della permanenza in terza fascia che
va dai 7 ai10 anni e una media della permanenza in seconda fascia che va dai 6
ai 12 anni.
Sempre nella regione in cui Na/Nr > 0,75 si verifica anche una
sostanziale indipendenza dei risultati da questo parametro, per cui nel seguito
lo trascureremo, considerando anche che valori minori di quello indicato non
potrebbero in ogni caso corrispondere a uno scenario raggiungibile in un
periodo breve a partire dal quadro attuale.
La frazione
dei promossi risulta, per quanto sopra dimostrato, una variabile
relativamente indipendente, che per i valori centrali nel caso del passaggio
alla seconda fascia può andare dal 90% (Na/Nr = 1 e passaggio dopo 10 anni) al
75% (Na/Nr =0,75 e passaggio dopo 7 anni), mentre nel caso della promozione alla prima fascia
si va dall’85% dei promossi alla seconda fascia (passaggio dopo 10+12 anni) al
60% (passaggio dopo 7+6 anni)
Per
confronto diretto con i dati della Tabella 1 osserviamo che i valori empirici
(0,47 e 0,69) si discostano del 3% verso l’alto da quelli centrali, un effetto
prevalentemente dovuto alla mancanza di stazionarietà del flusso nella
situazione reale, e in parrticolare alla ancor forte presenza di una componente
“anziana” nella seconda e nella terza fascia.
Il
rapporto dei punti di budget oggi attribuiti alla terza fascia con quelli
attribuiti alla prima è invece coincidente con il valore centrale, mentre per
la seconda fascia tale rapporto (0,76) supera del 6% il massimo valore teorico
ammissibile in base a un modello stazionario e supera del 10% il valore
centrale
Per
illustrare concretamente gli scenari possibili consideriamo in dettaglio il
caso dei valori centrali e due casi agli estremi opposti delle possibilità
teoriche, sottolineando che dato il piccolo intervallo di variabilità dei
valori tutte le altre scelte possibili si ricavano facilmente per
interpolazione lineare tra i casi estremi e il caso centrale.
I
due casi estremi su cui ci concentreremo, e che saranno meglio descritti
nel seguito, sono quello di massima permanenza in terza fascia e minima
permanenza in seconda fascia:
Cr/Co’ =
0,40 Ca/Co’
= 0,70
e
quello opposto: Cr/Co’ = 0,48 Ca/Co’ =
0,62
MODELLO CENTRALE
Si
noti che nel caso in cui si scelgano i valori centrali valgono le relazioni
Costo medio I fascia = 1,5 Costo medio
II fascia
Costo medio II fascia = 1,5
Costo medio III fascia
Si
può quindi assumere il rapporto numerico 1,5 tra i costi delle
fasce adiacenti come nostro valore di modello, con l’ovvia motivazione che un rapporto
razionale semplice permette facili conversioni tra posizioni differenti,
secondo la regola esatta
4 docenti di I fascia = 6 docenti
di II fascia = 9 docenti di III fascia
Il
rapporto di 2,25 risultante tra il costo della I fascia e il costo della III
fascia differirebbe solo marginalmente dal valore attuale 2,91:1,28 = 2,27,
mentre un effetto piu’ sostanziale si avrebbe sul costo della II fascia, che
andrebbe a diminuire all’incirca del 15% rispetto a oggi, favorendo cosi’
peraltro una politica di scorrimento verso la II fascia.
Si
tratta a questo punto di fissare il valore assoluto di questi costi, con
il duplice obiettivo di
-
minimizzare lo scostamento medio dal sistema di
calcolo attualmente in uso
-
semplificare ulteriormente la gestione contabile
Entrambi
questi obiettivi risultano soddisfatti dalla scelta di attribuire i seguenti
valori:
Docente
di I fascia |
Punti 3,00 = 9/3 di punto |
Docente
di II fascia |
Punti 2,00 = 6/3 di punto |
Docente
di III fascia |
Punti 1,33 =
4/3 di punto |
In
questo schema l’unita’ di conto e’ 1/3 di punto, e non
occorre mai usare frazioni differenti, in quanto ogni posizione
corrisponde a un multiplo esatto di tale valore.
Occorre
a questo punto procedere al ricalcolo dei budget di Facolta’.
Affinche’
quest’operazione avvenga in modo neutro, ovvero tale da non alterare in
alcun modo gli equilibri e le aspettative gia’ esistenti sul budget attualmente
posseduto, si puo’ adottare la seguente procedura:
1.
convertire in nuovi punti di budget tutte le posizioni in
essere e quelle gia’ bandite dall’Ateneo fino alla data in cui si effettua la
conversione (cfr. Tabella 2)
2.
valutare gli ex-TL a 2/3 di punto, essendo gli altri 2/3
(ovvero 0,67 anziche’ gli attuali 0,68) gia’ coperti dalla posizione di TL.
3.
aggiungere ai punti cosi’ calcolati i punti residui
attuali di Facolta’, convertiti alla
pari con il solo arrotondamento al multiplo di 1/3 di punto piu’ vicino
Applicando
all’Ateneo Pisano la conversione al nuovo sistema secondo le regole appena
proposte il risultato è una riduzione nominale e uniforme dell’1%
dei budget di Facoltà, con fluttuazioni trascurabili, inferiori allo 0,5%
PRIMO MODELLO ESTREMO
Il
caso corrispondente ai valori Cr/Co’ =
0,40 e Ca/Co’ = 0,70 si ottiene assumendo una permanenza (media) di almeno 12
anni nella terza fascia prima della promozione alla seconda fascia, e una
permanenza (media) dai 3 ai 6 anni in seconda fascia prima del passaggio alla
I.
Anche
in questo caso rapporti razionali semplici permettono facili conversioni tra
posizioni differenti, secondo le regole esatte:
10 docenti di III fascia = 4 docenti
di I fascia 7 docenti di III
fascia = 4 docenti di II fascia
Il
rapporto tra il costo della I fascia e il costo della II fascia sarebbe
prossimo al valore empirico attuale (0,69) (anche se inevitabilmente ancora
lontano dall’attuale rapporto di 0,76 tra i costi in termini di budget), mentre
un effetto piu’ sostanziale si avrebbe sul costo della III fascia, che andrebbe
a diminuire all’incirca del 10% rispetto a oggi.
Una
conseguenza ineludibile dell’adozione di questo modello sarebbe la messa in
atto di una politica volta a disincentivare il passaggio “precoce” dalla III
alla II fascia. La frazione dei promossi in seconda fascia potrebbe scendere
dal 100% fino all’85% al calare di Na/Nr, mentre la frazione della II fascia
promossa alla I potrebbe andare dal 55% al 65% al crescere della permanenza
media in seconda fascia.
Per
fissare il valore assoluto di questi costi in modo da minimizzare lo
scostamento medio dal sistema attuale in uso e semplificare la gestione
contabile converrebbe adottare i valori:
Docente
di I fascia |
Punti
3,0 = 10*0,3 |
Docente
di II fascia |
Punti
2,1 = 7*0,3 |
Docente
di III fascia |
Punti
1,2 = 4*0,3 |
In
questo schema l’unita’ di conto e’ 0,3 punti, e non
occorre mai usare frazioni differenti, in quanto ogni posizione
corrisponde a un multiplo esatto di tale valore.
Occorre
a questo punto procedere al ricalcolo dei budget di Facolta’: affinche’
l’operazione avvenga in modo neutro si puo’ adottare la procedura già
descritta per il modello centrale, con l’avvertenza di valutare gli ex-TL a 0,6
= 2*0,3 punti, essendo gli altri 0,6 gia’ coperti dalla posizione di TL, e
aggiungere ai punti cosi’ calcolati i punti residui attuali di Facolta’, convertiti alla pari con
arrotondamento al multiplo di 0,3 punti piu’ vicino.
Effettuando
la conversione al nuovo sistema secondo le regole appena proposte il risultato
è una riduzione nominale e uniforme del 2% dei budget di Facoltà,
con fluttuazioni trascurabili, inferiori allo 0,5
SECONDO MODELLO ESTREMO
Assumendo
come valori di modello Cr/Co’ = 0,48 e Ca/Co’ = 0,62 il rapporto tra il costo della III fascia e
il costo della I fascia differirebbe solo marginalmente dal valore empirico
attuale (0,47), mentre un effetto sostanziale si avrebbe sul costo della II
fascia, che andrebbe a diminuire all’incirca del 10% rispetto al valore
empirico (0,69) e addirittura del 20% rispetto al rapporto dei valori di
budget.
Questo
scenario corrisponde a una permanenza media di 4 anni nella III fascia, legata
però a un significativo abbassamento della percentuale dei promossi, che non
potrebbe in nessun caso superare il 75%. La permanenza media in II fascia
salirebbe invece a 17-18 anni.
Questo
schema implica quindi una politica di forte disincentivazione (almeno in senso
temporale) del passaggio alla I fascia, che risulta tuttavia numericamente
compatibile con un’altissima, anche se ritardata, percentuale di promozioni,
addirittura prossima al 100%.
Per
fissare il valore assoluto dei costi, con l’obiettivo di minimizzare lo
scostamento medio dal sistema in uso e semplificare la gestione
contabile, si possono attribuire i seguenti valori:
Docente
di I fascia |
Punti
3,05 = 61*0,05 |
Docente
di II fascia |
Punti
1,90 = 38*0,05 |
Docente
di III fascia |
Punti
1,45 = 29*0,05 |
In
questo schema l’unita’ di conto e’ 0,05 punti, e le cifre finali
sono sempre solo 0 e 5.
Occorre
a questo punto procedere al ricalcolo dei budget di Facolta’, adottando
la consueta procedura con l’avvertenza di valutare gli ex-TL a 0,75 punti,
essendo gli altri 0,70 (anziche’ gli attuali 0,68) gia’ coperti dalla posizione
di TL, e di aggiungere ai punti cosi’ calcolati i punti residui attuali di
Facolta’, convertiti alla pari
con il solo arrotondamento al multiplo di 0,05 punti piu’ vicino.
Effettuando
la conversione al nuovo sistema secondo le regole appena proposte il risultato
è una conversione alla pari e uniforme dei budget di Facoltà, con
fluttuazioni quasi in ogni caso inferiori all’1%
SCENARIO |
Ric |
Ass |
Anni Ric |
Anni Ass |
%
Prom.Ass |
%
Prom.Ord |
Estremo 1 |
1,20 |
2,10 |
15 |
3 |
100 |
55 |
12 |
6 |
85 |
65 |
|||
Centrale |
1,33 |
2,00 |
9 |
8 |
80 |
75 |
7 |
12 |
75 |
85 |
|||
Estremo 2 |
1,45 |
1,90 |
4 |
18 |
70 |
100 |
Tabella 2. Riassunto delle caratteristiche dei modelli