TRA RIVOLUZIONE E RESTAURAZIONE
Leopoldo Vaccà Berlinghieri abbandonò Pisa insieme alle truppe francesi nel luglio del 179914. Un successivo inventario venne effettuato in data 17 febbraio 1801 per la consegna delle Macchine al dott. Luigi Melegari, destinato a succedere al Vaccà. Rispetto al precedente, questo inventario ha in più solo 12 voci, tutto ciò che aveva acquistato il Vaccà dopo aver ricevuto in consegna il Gabinetto. Di rilievo vi si notano solamente due strumenti: una macchina elettrica e un barometro15.
I continui capovolgimenti politici crearono una situazione confusa per l'Università: infatti, il mese successivo a questa consegna, il 25 marzo 1801, con decreto del Governo Toscano, il Melegari venne nominato professore di Fisica Matematica16; al suo posto invece fu destinato Gaetano Cioni, che aveva tradotto una decina di anni prima il noto Trattato Elementare di Fisica del Brisson, e che era uno dei soci aggiunti dell'Accademia del Cimento, riattivata pochi giorni prima, il 16 marzo, con il nome di Accademia Sperimentale Scientifica, sotto la protezione di Napoleone e la presidenza di Felice Fontana17.
Caduto questo Governo, vennero meno anche le nomine e finalmente il 7 novembre 1801 ricevette "i capi di roba attinenti al Gabinetto di Fisica Sperimentale" Gaetano Savi, allora nominato a questa cattedra, che tenne fino alla fine del 181015. Non abbiamo notizie dell'attività dell'insigne Naturalista in un campo così estraneo ai suoi interessi, ma non ci si può stupire nel costatare che non fece alcun acquisto per il Gabinetto di Fisica, e che nell'ultimo foglio dell'inventario, già eseguito nel 1801, il cancelliere della Imperiale Accademia di Pisa, procedendo al riscontro degli oggetti ivi descritti, potesse attestare in data 6 dicembre 1810 che: "fu ritrovato i medesimi esistere, meno alcuni oggetti che sono stati ridotti ad altro uso...".15
L'annessione della Toscana, e l'istituzione dell'Accademia Imperiale di Pisa da parte di Napoleone, con il decreto del 18 ottobre 1810, furono le circostanze che facilitarono il passaggio della cattedra di Fisica Sperimentale dal Savi al Gatteschi. Una commissione, presieduta da Georges Cuvier, scrisse un rapporto: "tra le altre raccomandazioni, quella di aumentare i fondi per le collezioni. L'osservatorio, il gabinetto di fisica e l'anfiteatro per le dimostrazioni potevano rimanere al loro posto, ma occorreva fornire di strumenti l'osservatorio, oltretutto in stato di abbandono da due anni per la morte dell'astronomo; il gabinetto di fisica mancava della pila di Volta ed era mal fornito per l'ottica e la meccanica"18. Avvenne una razionalizzazione degli insegnamenti. Gaetano Savi, che era un botanico, potè finalmente insegnare la sua materia; Piazzini che era astronomo ma aveva dovuto insegnare Geometria e Meccanica veniva destinato all'insegnamento di sua competenza.
Giuseppe Gattesco Gatteschi, chiamato a sostituire Gaetano Savi, viene liquidato dall'Occhialini con poche righe: "Nel 1810 al Savi succedette Giuseppe Gatteschi, del quale resta appena uno smilzo opuscolo, sunto delle sue lezioni sopra il magnetismo. Siamo molto lontani, non soltanto dalla rigogliosa fioritura scientifica che allora prosperava in tante scuole, ma anche dal semplice e pur efficace insegnamento del Guadagni. Ritiratosi il Gatteschi nel 1827, la Cattedra di Fisica fu tenuta provvisoriamente dal prof. Olinto Dini per cinque anni"11.
Il Gatteschi tuttavia merita qualche notizia in più. Egli infatti pubblicò nel 1805, pei tipi di Ranieri Prosperi, un Trattato elementare sul moto ed equilibrio de' corpi19 e poi con lo stesso editore iProspetti di Elementi Fisico-Chimici in cinque volumetti; opere che non abbiamo potuto ancora esaminare. Non possiamo quindi onestamente né confermare l'opinione dell'Occhialini, né esprimere una opinione differente: possiamo tuttavia dire che, se anche questi suoi scritti fossero modesti, è in ogni caso apprezzabile la sua attività di divulgazione delle notizie scientifiche e lo spazio dato alla Fisica nella rivista da lui diretta "Nuovo giornale dei letterati", che in seguito sotto la direzione del Savi sarà perduto in favore delle Scienze Naturali.
Il 23 marzo 1827 il Gatteschi ebbe una grave crisi subito dopo una lezione e il giorno seguente scrisse al Provveditore che "il parlare a lungo in tuono [sic] cattedratico ed in pubblico non è più mestiere per me; ... voglio lusingarmi che i miei superiori, dopo trent'anni d'indefesso servigio, si degneranno compatire un'inazione, la quale è solo effetto di assoluta impotenza"20. E il 7 aprile successivo "Ho comunicato all'aiuto Sig. Dini il contenuto del biglietto di VS.Ill.ma in data di jeri. Sebbene la di lui soverchia umiltà gli faccia credere di non esser in grado di supplire alle mie poche Lezioni che rimangono a farsi, io mi sono adoprato nell'assicurarlo, persuasissimo come lo è il Pubblico che n'ebbe già distinta prova della sua abilità, per cui può convenientemente disimpegnarsene, tanto più che io mi adoprerò nel prestargli tutta la necessaria assistenza"21.
Il Sovrano Motuproprio del 2 novembre 1827, concedendo il riposo a Giuseppe Gatteschi, gli accordava una pensione corrispondente all'intiera provvisione; nello stesso tempo nominava il dottore Olinto Dini supplente alla Cattedra di Fisica Sperimentale, col carico di disimpegnarne le incombenze sotto la direzione del Professore di Fisica Teorica Ranieri Gerbi22.
Il Gatteschi lasciò una collezione di Macchine notevolmente accresciuta perché nell'inventario sottoscritto il 16 novembre 1831 da Olinto Dini e da Luigi Pacinotti troviamo presenti 620 voci; trattandosi di una descrizione minuziosa il confronto con le 185 voci dell'inventario Melegari-Savi può non essere troppo significativo, tuttavia anche tenendo conto di questa osservazione e pur valorizzando al massimo il periodo 1828-1831, in cui il Dini fu responsabile della Fisica Sperimentale, non si può non riconoscere al Gatteschi il merito di aver incentivato gli acquisti di apparecchiature.